20 anni fa ci lasciava Fabrizio De André: l’anniversario e tutte le sue donne

Le donne amate e cantate da Fabrizio De André, a 20 anni dalla morte
Fabrizio  De Andrè - cantautore genovese 

Le sante e le puttane. Ammaliatrici e ingenue. Le ragazze di paese, le sue donne e le amiche. È l’universo di Fabrizio De André, che muove dall’agiatezza della sua famiglia, fino a scendere negli “inferi” di via Pré. A fare da sfondo alle sue canzoni è quasi sempre Genova. Storie delle continue compenetrazioni tra il sacro e il profano; storie laiche dalla morale religiosa o religiose dalla morale laica. Poesie in musica dalla bellezza fulgida, che hanno reso Fabrizio De André la voce del cantautorato italiano.
TRIBUTO a DEANDRE' nei VENTANNI dalla SCOMPARSA

L’11 gennaio ricorreranno i 20 anni dalla scomparsa del cantautore genovese e sono diverse le manifestazioni organizzate in quella data, per ricordare e celebrare il suo genio. Tra queste, la pubblicazione di Fabrizio De André. Sguardi randagivolume edito da Rizzoli che raccoglie oltre 300 scatti del musicista, realizzati da Guido Harari, suo fotografo per oltre vent’anni. Immagini inedite, “rubate” dalla quotidianità o dall’ufficialità, accompagnate da ricordi, aneddoti e stralci di interviste dello stesso De André. Il fotografo presenterà il volume proprio l’11 gennaio, alle 21, al Castello Visconteo – Sforzesco di Novara, insieme al giornalista musicale Riccardo Bertoncelli, a Franz Di Cioccio della Pfm e al regista Paolo Beldì. Il libro sarà poi presentato il giorno successivo, alle 17, presso il Circolo dei lettori di Torino (via Bogino 9), ancora insieme a Franz Di Cioccio, cui si unirà il giornalista Piero Negri Scaglione. Infine, l’ultimo appuntamento il 16 gennaio alle 18.30 presso il foyer del Teatro della tosse di Genova: modererà il giornalista Matteo Macor.
volta la carta - live
Nella poetica di De André la figura femminile assume un ruolo centrale. In musica lui metteva ciò che vedeva e lo stesso era per le donne che abitano le sue canzoni. E non parliamo solo dei brani scritti per le due donne della sua vita: Enrica “Puny” Rignon, madre di Cristiano, e Dori Ghezzi. Pensando alla prima scriverà La canzone dell’amore perduto: capolavoro di un’intensità struggente. E (forse) Jamin-a per la seconda moglie. «Nelle mie canzoni io trasformo la gente, invece tu devi sempre rimanere quella che sei». Ma una canzone per lei la scrisse, senza mai svelare quale. «Penso sia Jamin-a, dedicata alla compagna che ogni marinaio spera di incontrare in ogni porto dopo le spericolate avventure in mare» aveva confidato Dori Ghezzi in un’intervista a Repubblica.
Fabrizio De Andrè 

I nomi. C’è 
MarinellaLa canzone di Marinella. Una prostituta di appena 16 anni, uccisa, gettata in un fiume. Una vicenda che De André aveva letto sul giornale quando era ancora un ragazzino, ma che gli aveva provocato un’emozione tale da convincerlo a dedicarle una canzone, regalandole il presente. C’è Bocca di rosa: la passione incarnata nel corpo di una donna, che al suo arrivo sconvolge la placida tranquillità del paesino di Sant’Ilario. Non c’è ambiguità in Via del Campo, strada all’interno dell’intersecarsi dei carruggi genovesi. Lì c’è una bambina con le labbra color rugiada e gli occhi grigi come la strada, c’è una puttana gli occhi grandi color di foglia e c’è un illuso che la prega di sposarlo. E poi, ancora, BarbaraLa canzone di Barbara. Forse Barbara Rombi Serra, autrice della foto nella seconda edizione dell’album. Forse una giovane fidanzata del giovane De André (il brano è del ’67).

Fabrizio Cristiano De André (Genova18 febbraio 1940 – Milano11 gennaio 1999

La gioventù, la sua ingenuità che appaiono e riappaiono ciclicamente nelle canzoni di De André, non necessariamente in contrasto neanche con i personaggi “libertini” che affollano le sue canzoni. E così a volte Faber cantava anche di bambine. Come 
NinaHo visto Nina volare. Il giovane Fabrizio la conosceva e la vedeva volare «tra le corde di un’altalena» nei suoi primi anni a Revignano d’Asti. E, ancora, Sally. Salvatrice e ammaliatrice. Che ti tende la mano o ti ipnotizza. Angiolina, protagonista di Volta la carta, in cui troviamo anche la voce di Dori Ghezzi.

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