Gelli: con il rito della spada iniziai Berlusconi alla Loggia P2


ROMA - Seduto nella poltrona di villa Wanda Licio Gelli dispensa ricordi con un sorriso luciferino. «Berlusconi è stato nella P2 cinque anni. Venne iniziato nella nostra sede di 400 metri quadri in via Condotti a Roma, all' ultimo piano del palazzo che ospita il gioielliere Bulgari.

La sede era intestata a un nome di copertura perché allora avevamo sei ministri e le cupole dei servizi segreti, della giustizia e della stampa, e non potevamo certo segnalare la Loggia. A Berlusconi facemmo trovare una persona del suo stesso settore.

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 Mi pare fosse Roberto Gervaso, ma non ne sono sicuro. Venne fatta la cerimonia sulla spada». Al neofita vennero regalati due paia di guanti bianchi. Poi tutti a cena. L' intervista con il Venerabile, realizzata dai giornalisti Udo Gumpel e Philip Willan, dura 30 minuti e sarà trasmessa stasera alle ore 19 sul sito di pandora. tv e dalle 23 sul canale 924 di Sky: la parte riguardante l' affiliazione del Cavaliere è raccontata dall' Espresso oggi in edicola. Una circostanza sempre negata da Berlusconi, che risalirebbe al 26 gennaio 1978, lo stesso anno nel quale, acquistando Telemilano, il presidente del consiglio iniziò la sua fortunata ascesa di imprenditore televisivo. «Ma non s' iscrisse per fare carriera. Nessuno venne da noi per queste ragioni. Intendevano semplicemente contrastare il comunismo». Licio Gelli a 89 anni è più attivo che mai. Sul suo conto si registra negli ultimi mesi una discreta fioritura di libri, e alcuni niente affatto ostili. Lui stesso ne ha pubblicato uno con tutte le sue poesie, un' antologia di 2355 sonetti, composti dal 1950 al 2008 al modico costo di 75 euro. Un cantautore umbro, Raffaele Zeppetti, ne ricavato un cd. Sempre ieri, intervistato da Klaus Davi per Klauscondicio, ha elogiato il Cavaliere («se cadesse sarebbe il caos per il Paese») e il suo capogruppo Fabrizio Cicchitto («anche lui è stato in Loggia con me ed è una brava persona»), rimproverando al governo però una certa timidezza sul fronte immigrati: «Io gli extracomunitari li metterei nei campi concentramento». Nessuna simpatia per le donne-ministro: «La donna dovrebbe pensare soprattutto alla famiglia». Poi ha attaccato il segretario del Pd Walter Veltroni: «Dovrebbe scomparire, poiché fa promesse che non può mantenere. La sinistra di oggi non farebbe paura alla P2. Oggi per difendersi dagli eredi del Pci non ci sarebbe neanche bisogno di una Loggia. Avevamo l' Italia in mano. Con noi c' erano l' Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia». A quelli di pandora.tv Gelli ha detto di rimpiangere Benito Mussolini («anche perché all' epoca non c' erano in giro né gay né lesbiche»): «Se ci fosse oggi starei al suo fianco. Durante il fascismo c' erano serenità, lavoro, sicurezza, serenità. Non c' era la mafia». Grandi elogi infine per gli ex uomini del Caf. «Con Andreotti siamo coetanei, con il suo umorismo ha salvato l' Italia. Di Craxi ero amico. Un grande statista, diceva o sì o no».

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